Grazia Deledda

Crediti: © Uffizi, FirenzeTempo di lettura: 7min 18s

Grazia Deledda: biografia e opere della famosa scrittrice sarda vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura 1926.

Grazia Deledda

  • Nascita: 27 settembre 1871, Nuoro, Italia
  • Morte: 15 agosto 1936, Roma, Italia
  • Premi: Premio Nobel per la Letteratura (1926)
  • Opere principali: Canne al vento, Cenere, Elias Portolu, La madre
  • Movimento/Stile: Verismo

Cronologia dei momenti chiave

  • Nasce a Nuoro, Sardegna.
  • Pubblica il suo primo racconto su una rivista locale.
  • Pubblica a puntate il romanzo Stella d’Oriente con lo pseudonimo Ilia de Saint Ismail.
  • Muore il padre; inizia la collaborazione con riviste sarde e nazionali.
  • Pubblica La via del male, primo successo nazionale.
  • Si trasferisce a Cagliari, dove conosce Palmiro Madesani.
  • Si sposa e si trasferisce a Roma.
  • Pubblica Elias Portolu.
  • Pubblica Canne al vento, il suo romanzo più celebre.
  • Vince il Premio Nobel per la Letteratura.
  • Muore a Roma il 15 agosto; la salma verrà poi traslata a Nuoro.
  • Esce postuma l’opera autobiografica Cosima, quasi Grazia.

Biografia dell'autrice sarda

Gli anni giovanili e la formazione

Grazia Deledda (Nuoro, 27 settembre 1871 – Roma, 15 agosto 1936) è stata una scrittrice italiana, vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura nel 1926, celebre per i suoi romanzi ambientati in Sardegna. Nacque a Nuoro nel 1871 in una famiglia benestante, figlia di Giovanni Antonio Deledda e Francesca Cambosu; il padre, agiato imprenditore e possidente con la passione per la poesia, fu anche sindaco del capoluogo nel 1863 e fondò una tipografia nella quale stampava una rivista. La Deledda ebbe una formazione quasi esclusivamente da autodidatta: dopo aver frequentato le scuole elementari fino alla quarta, seguendo così l'uso dell'epoca, venne seguita da Pietro Ganga, un docente di lettere, latino e greco, che le impartì i rudimenti d’italiano, latino e francese. La svolta letteraria nella formazione della scrittrice fu favorita dall’amicizia con lo scrittore Enrico Costa, che ne comprese l'aspirazione e la incoraggiò quando Grazia Deledda decise di continuare gli studi contro il volere della famiglia: il suo desiderio più grande era quello di scrivere. I suoi genitori vedevano in lei soltanto una ribellione adolescenziale e non avevano percezione della sua vocazione letteraria come una reale esigenza espressiva; la madre, molto legata al ruolo tradizionale della donna, si sentiva tradita dalla pretesa della figlia di essere indipendente e aveva paura delle conseguenze drammatiche che questa decisione avrebbe potuto avere nel futuro della figlia. Grazia Deledda continuò a tenere duro e non si arrese finché l’inattesa morte del padre, il 5 novembre 1892, fece crollare la ferrea volontà della madre. Questa morte improvvisa ebbe l'effetto di un uragano al quale seguirono una serie di eventi molto negativi che cambiarono radicalmente tutto l'assetto familiare e del quale si ritrovano gli echi nella tragica storia delle sorelle Pintor di Canne al vento: alla morte della sorella Vincenza, nel 1896, si aggiunsero l’abbandono degli studi di Santus, il fratello maggiore ormai divenuto alcolizzato, e l’arresto per furto del fratello minore, Andrea. Solo Grazia sembrò rinvigorita nella sua volontà di emancipazione e si dedicò interamente alla scrittura: cominciò a collaborare con riviste sarde e continentali ormai decisa a perseverare malgrado la diffidenza dei vicini di casa; all'inizio, forse per paura di giudizi troppo sprezzanti, decise di usare lo pseudonimo di Ilia de Saint Ismail per la pubblicazione a puntate del romanzo Stella d’Oriente, nel 1890, e successivamente un volume dedicato alla letteratura per l'infanzia intitolato Nell’azzurro, con l’editore Trevisini.

Il successo letterario di Grazia Deledda

Nel 1896, Grazia Deledda diede alle stampe il romanzo che rappresenta il suo primo vero successo letterario: La via del male, edito dalla casa editrice torinese Speriani e Figli, il primo romanzo a vantare non solo una distribuzione nazionale, ma anche una bella prefazione di Luigi Capuana. Deledda parlò di questa esperienza in termini estatici in Cosima, il suo romanzo autobiografico pubblicato postumo dall'editore Treves nel 1937:

Questa volta la fortuna le arrise completa. Ella tentò presso un editore di una certa notorietà, che non solo accettò e pubblicò il romanzo, ma lo fece accompagnare dalla prefazione di uno scrittore illustre: ed ecco d'un tratto la figura di Cosima balzò sull'orizzonte letterario, circonfusa d'un'aureola quasi di mistero. Mistero creato dalla lontananza di lei e della sua terra, dalle vaghe notizie della sua vista quasi selvatica, ma soprattutto dalla forza ingenua e nello stesso tempo vigorosa del suo racconto, dalla sua prosa scorretta e primitiva eppure efficace, e dall'evidenza dei suoi personaggi.

Cosima, quasi Grazia, in Grazia Deledda, pp. 58-59. 1

I romanzi più celebri della scrittica sarda

Nel 1899, Grazia Deledda si trasferì a Cagliari, dove conobbe Palmiro Madesani, all'epoca ancora funzionario pubblico al Ministero delle Finanze, e dopo qualche mese di frequentazione convolò a nozze con lui. Dopo il matrimonio, Madesani lasciò il lavoro di funzionario per dedicarsi esclusivamente all’attività di agente letterario della moglie, e i coniugi si trasferirono a Roma, attirati dall'idea di entrare nei circoli letterari più in voga della capitale; dal matrimonio nacquero due figli: Franz e Sardus. Arrivati a Roma, riuscirono facilmente a introdursi nei circoli più influenti della città, ma il lavoro di agente letterario di Madesani scatenò non poche dicerie e ilarità sul rapporto progressista dei coniugi, tanto che Pirandello si ispirò alla loro storia sentimentale per il romanzo Suo marito. Nel 1903 la pubblicazione di Elias Portolu confermò ancora una volta Grazia Deledda come scrittrice di spicco e le diede la possibilità di redigere una fortunata serie di romanzi e di opere teatrali che ancora oggi vedono una continua ristampa: Cenere, del 1904, è uno dei romanzi più famosi ed evocativi, insieme a Canne al vento del 1913, entrambi furono subito accolti positivamente dalla critica anche all'estero a causa delle fortunate trasposizioni cinematografiche che se ne fecero, Cenere soprattutto vide la magistrale interpretazione di Eleonora Duse nel difficile ruolo di Rosalia Derios. Altri romanzi molto celebri furono L’edera (1908), Sino al confine (1910), Colombi e sparvieri (1912), L’incendio nell’oliveto (1918) e Il Dio dei venti (1922).

Il Premio Nobel per la Letteratura

Le opere di Grazia Deledda divennero in breve tempo molto popolari sia in Italia che all’estero, con estimatori quali Giovanni Verga, Antonio Baldini e David Herbert Lawrence; ma durante la sua produzione frenetica, Grazia Deledda ebbe anche modo di cimentarsi con la traduzione dal francese e pubblicò anche una traduzione in lingua italiana dell’Eugénie Grandet di Honoré de Balzac. Nel dicembre 1927 l'Accademia Svedese conferì il Premio Nobel per la Letteratura 1926 a Grazia Deledda, nomina voluta fortemente da Mussolini, grande estimatore della scrittrice sarda insieme a D'Annunzio, e ancora oggi, a quasi un secolo di distanza, permane un certo scetticismo su questo unico premio al femminile della storia d'Italia. Grazia Deledda si spense a Roma nel 1936 dopo una lunga battaglia contro il cancro al seno; dapprima fu tumulata nel cimitero del Verano (fino al 1959) e poi, per volere della famiglia, la salma fu traslata a Nuoro, dove fu istituito un museo nella sua casa natale (Museo Deleddiano). Lasciò incompiuta la sua ultima opera autobiografica Cosima, quasi Grazia, pubblicata a un mese dalla morte sulla rivista Nuova Antologia a cura di Antonio Baldini, edita col titolo di Cosima.

 

Opere principali di Grazia Deledda

Le opere di Grazia Deledda sono caratterizzate da una profonda attenzione ai temi della Sardegna, della famiglia, del destino e della condizione umana.

  • • Elias Portolu (1903)
  • • Cenere (1904)
  • • L’edera (1908)
  • • Canne al vento (1913)
  • • L’incendio nell’oliveto (1918)
  • • Il Dio dei venti (1922)
  • • Cosima, quasi Grazia (opera autobiografica, pubbl. postumo)

Temi e stile letterario di Grazia Deledda

La produzione di Grazia Deledda si distingue per l’ambientazione sarda, la descrizione realistica dei paesaggi, dei costumi e del dialetto sardo, e si caratterizza per l’intensità psicologica dei personaggi. I suoi romanzi esplorano spesso il conflitto tra tradizione e modernità, il senso di colpa per un destino infame, la redenzione nell'inutilità della lotta contro l'inevitabile. Lo stile è limpido, intenso e ricco di suggestioni poetiche, influenzato dal verismo ma aperto a una dimensione spirituale e universale.

Luoghi letterari dell'autrice nuorese

Grazia Deledda era molto legata alla sua città di nascita e ne amava tutte le contraddizioni, ecco come descriveva la città di Nuoro nel 1901 su «La Nuova Antologia»:

L'interno del paese è di una primitività più che medievale, con strade strette e mal lastricate, viottoli, casupole di granito con scalette esterne, cortiletti, pergolati, porticine spalancate dalle quali s'intravedono cucine nere e interni poveri ma pittoreschi. Nuoro ha un Corso lastricato, chiese, caffè, ecc., ma ciò che può interessare è l'interno del paese, le casupole di pietra, nido o covo d'un popolo intelligente e frugale, che lavora e vive tutto l'anno di pane d'orzo, che crede in Dio e odia il prossimo per ogni più piccola offesa... Bizzarri tipi attraversano le vie, oltre i paesani coi loro carri tirati da buoi e i loro cavalli inseparabili, e le donne dagli occhi egiziani, strette nel ricco e pesante costume o poveramente vestite, con canestri ed anfore sul capo: passano i venditori ambulanti; i Barbaricini con cavalli carichi di patate, canestri d'asfodelo, arnesi di legno; le donne d'Oliena con cestini di frutta; il venditore di sanguisughe, che suona un corno per annunziare il suo passaggio; il pescatore di trote; lo stagnaro che grida richiedendo arnesi vecchi di rame, in cambio di quelli nuovi (una specie di zingaro il cui passaggio, dice il popolo, annunzia un cambiamento di tempo, da buono in cattivo); un uomo con una bisaccia, che fa la questua di frumento e d'orzo per la festa d'un santo; un uomo che suona il tamburo, annunziando un bando del Municipio o il prezzo del vino o d'altra merce presso il tale; ed altri tipi, e finalmente il poeta cantastorie che riduce in versi sardi i più interessanti avvenimenti italiani e stranieri.

Premi e onoreficenze

Premio Nobel per la letteratura Premio Nobel per la letteratura, 1926.

Per la sua ispirazione idealistica, scritta con raffigurazioni di plastica chiarezza della vita della sua isola nativa, con profonda comprensione degli umani problemi.


1Deledda, Grazia Cosima , Milano : Treves, 1937.

© Silvia Licciardello. Riproduzione riservata.

 

Grazia Deledda: Opere

  • Amori moderni - Colomba

  • Anime oneste

  • Annalisa Balsini

  • L'Argine

  • Canne al vento

    Copertina del pdf di Canne al vento di Grazia Deledda
  • Casa del poeta (La)

  • Cattive compagnie

  • Cedro del Libano (Il)

  • Cenere

    Copertina del pdf di Cenere di Grazia Deledda
  • Chiaroscuro

  • Colombi e sparvieri

  • Colpe altrui (Le)

  • Cosima

    Copertina del pdf di Cosima di Grazia Deledda
  • Il Dio dei viventi

  • Dopo il divorzio

    Copertina del pdf di Dopo il divorzio di Grazia Deledda
  • L'Edera (Dramma in coll. con Camillo Antona Traversi)

  • L'Edera (Romanzo)

  • Elias Portolu

  • Fior di Sardegna

  • Flauto nel bosco (Il)

  • Fuga in Egitto (La)

  • Giaffà

  • I Giuochi della vita

  • La Giustizia

  • L'incendio nell'oliveto

  • La Dama bianca

  • La Madre

  • Marianna Sirca

  • Naufraghi in porto

  • Nel deserto

  • Nell'azzurro

  • Il Nonno

  • Nostalgie

  • Il nostro padrone

  • L'ombra del passato

  • L'ospite - Un giorno - Don Evèno - Due miracoli

  • Il paese del vento

  • Racconti sardi

  • La Regina delle tenebre

  • Il Segreto dell'uomo solitario

  • Il Sigillo d'amore

  • Sino al confine

  • Sole d'estate

  • Le Tentazioni

  • Il Tesoro

  • I Tre talismani

  • Il Vecchio della montagna

  • Il Vecchio e i fanciulli

  • La via del male

  • La vigna sul mare