Opere volgari I (I libri della famiglia, Cena familiaris, Villa)

Leon Battista Alberti
Architetto e umanista, nacque a Genova nel 1404, figlio naturale di Lorenzo Alberti, appartenente a una nobile famiglia fiorentina bandita da Firenze nel 1377 per motivi politici. Fin dalla giovinezza manifestò una curiosità estremamente versatile: si interessò agli studi giuridici e letterari, soprattutto ai classici latini, ma anche alla musica, alla pittura e alle discipline scientifiche, sintetizzando nella sua opera lo spirito dell’Umanesimo. Dopo la morte del padre nel 1421, malgrado le difficoltà economiche, si laureò in diritto canonico a Bologna nel 1428 e abbracciò la carriera ecclesiastica al servizio del vescovo umanista Niccolò Albergati. Dal 1432, svolse la funzione di abbreviatore apostolico presso la corte pontificia. Tra il 1434 e il 1443 A. seguì papa Eugenio IV nei suoi vari spostamenti italiani, prima a Firenze, e poi a Ferrara e a Bologna, godendo dei benefici ecclesiastici e conseguendo numerosi incarichi di prestigio. Tornato a Roma, continuò a esercitare il suo incarico e a lavorare a progetti architettonici per il pontefice e per altri signori italiani. Morì nel 1472.
La produzione letteraria di Leon Battista Alberti sintetizza i suoi grandi interessi per il mondo classico e vi troviamo sia opere in latino che in volgare. Dopo aver esordito con una commedia moraleggiante in latino Philodoxeos (L’amante della gloria), scritta intorno ai vent’anni, A. compose brevi prose latine, concepite per essere lette durante i banchetti, le Intercoenales (Intercenali), raccolte in volume nel 1440. Nel 1435 scrisse il De pictura, da lui stesso in seguito redatto in volgare con il titolo Della pittura , riprendendo poi il discorso sulle arti figurative nel 1464 quando scrisse il De statua. Al contempo, la straordinaria attività di architetto di A. — al quale si annoverano importanti opere architettoniche come il Tempio Malatestiano di Rimini e le chiese di San Sebastiano e Sant’Andrea a Mantova — è strettamente legata alla scrittura della latina Descriptio urbis Romae (Descrizione della città di Roma, 1434), sull’architettura della città eterna, e al De re aedificatoria (Sull’architettura, 1452), monumentale trattato di architettura in dieci libri. Tra le opere in volgare spicca il Teogenio (1440 circa), dialogo che tratta della mutevolezza della fortuna e sancisce la superiorità di coloro che si dedicano all’esercizio della virtù, e Della tranquillità d’animo (1442). L’argomento morale e la struttura dialogica caratterizzano anche la più importante di esse, il trattato Della famiglia (1433-40) , i cui primi tre libri trattano dell’educazione dei figli e della vita coniugale, e il quarto dell’amicizia. Alberti si fece inoltre iniziatore dell’umanesimo in lingua volgare, promuovendo lo studio dello stile e della lingua, impegnandosi a dare dignità e diffusione alla stessa non solo con i propri scritti, ma anche con una gara di poesia in volgare da lui organizzata a Firenze nel 1441: il «Certame coronario».
Opere: scritti e manoscritti
Scritti
Manoscritti
© Silvia Licciardello. Riproduzione riservata.
Opere volgari I (I libri della famiglia, Cena familiaris, Villa)
Amator
Apologi centum
Canis
De amore
De commodis litterarum atque incommodis
De equo animante
De iciarchia
De iure
De pictura
De porcaria conjuratione
Deifira
Della pittura
Ecatonfilea
Epistola consolatoria
Grammatica della lingua toscana
Istorietta amorosa fra Leonora de' Bardi e Ippolito Bondelmonti
Lettere
Ludi mathematici
Momus
Musca
Naufragus
Philodoxeos fabula
Pontifex
Profugiorum ab aerumna libri III
Protesta
Rime
Sentenze pitagoriche
Sofrona
Theogenius
Uxoria
Vita
Vita S. Politi
Volgarizzamento della Dissuasio Valerii